Per flessibilità lavorativa si intende quella autonomia che viene offerta al dipendente su come regolare il proprio orario di lavoro, il proprio luogo di lavoro e, in taluni casi, l’ammontare di ore lavorate settimanalmente. Questo tipo di approccio alla realtà lavorativa si è sviluppato di pari passo con l’implementazione della tecnologia a disposizione di aziende e lavoratori, ma è stato molto influenzato dallo scenario pandemico e post pandemico, definito dai sociologi come “New Normal”, nuova normalità. Smartphone, tablet, notebook, email, internet, videochiamate, cha hanno reso (e continuano a rendere ogni giorno di più) possibile eseguire nella comodità della propria abitazione, molte mansioni per le quali fino a poco tempo fa era imprescindibile recarsi in ufficio. Questa propulsione tecnologica e sociale arriva principalmente dagli Stati Uniti. Oltreoceano la flessibilità lavorativa è una realtà consolidata, che ormai da tempo è stata assorbita dalla società ed è integrata nella quotidianità: Microsoft, Google, Yahoo e tante altre hanno anticipato i tempi e già da anni i dipendenti lavorano per obiettivi e non per orari in ufficio, sperimentando per quante ragioni come flessibilità e smart working debbano essere scelti in azienda. E in Italia? Nel nostro paese, storicamente parlando, si è sempre incontrata una certa resistenza verso questa realtà. Tale diffidenza ha origine dal timore di molti imprenditori di perdere “il controllo” dei loro dipendenti nel momento stesso in cui questi non si trovino più sotto la loro supervisione. Altre cause sono da ricercare nelle poco chiare e confuse normative riguardo questa tipologia di impiego e nella difficoltà oggettiva di concedere la flessibilità a determinate categorie di lavoratori. Come accennato prima, negli ultimi due anni tuttavia, a causa della pandemia globale causata dal Covid, l’ecosistema lavorativo italiano ha dovuto (volente o nolente) accelerare il processo e votarsi in larga misura al lavoro flessibile per poter sopravvivere. Da un giorno all’altro aziende e dipendenti si sono ritrovati catapultati “nel futuro”, sperimentando sulla loro pelle i vantaggi e svantaggi della flessibilità sul lavoro e dello smart working che ha generato in molti casi nuove skills e competenze, tutt’ora oggetto di studio e di pubblicazioni sul tema.
La flessibilità lavorativa, inclusa la possibilità di lavorare da remoto, può avere numerosi benefici per il benessere dei dipendenti. Ecco alcuni dei modi in cui questo può accadere:
- Riduzione dello stress: Lavorare da remoto può ridurre lo stress associato agli spostamenti casa-lavoro e ai vincoli di tempo. Inoltre, la flessibilità oraria può consentire ai dipendenti di organizzare il proprio lavoro in modo più efficace, senza dover affrontare il senso di fretta e la pressione dei tempi.
- Maggiore equilibrio tra vita professionale e privata: Lavorare da remoto può consentire ai dipendenti di avere maggiore controllo sulle proprie attività quotidiane e sulle responsabilità familiari. Ciò può aiutare a migliorare l’equilibrio tra vita professionale e privata, riducendo lo stress e migliorando la qualità della vita.
- Aumento della produttività: Alcuni studi hanno dimostrato che i dipendenti che lavorano da remoto sono spesso più produttivi di quelli che lavorano in ufficio. Ciò può essere attribuito a vari fattori, tra cui la riduzione delle interruzioni e delle distrazioni, la flessibilità oraria e la maggiore autonomia.
- Maggiore soddisfazione sul lavoro: La flessibilità lavorativa può contribuire a migliorare la soddisfazione dei dipendenti sul lavoro, offrendo loro un maggior senso di controllo e di autonomia sulle proprie attività. Ciò può tradursi in un maggiore coinvolgimento e impegno sul lavoro, oltre a una maggiore fedeltà all’azienda.
- Miglioramento della salute: Lavorare da remoto può consentire ai dipendenti di adottare uno stile di vita più sano e attivo, poiché non devono passare ore seduti al volante o sui mezzi pubblici. Inoltre, la maggiore flessibilità oraria può consentire ai dipendenti di dedicare più tempo all’attività fisica e alla cura di sé stessi.
In sintesi, la flessibilità lavorativa, inclusa la possibilità di lavorare da remoto, può avere numerosi benefici per il benessere dei dipendenti, migliorando la salute, l’equilibrio tra vita professionale e privata, la soddisfazione sul lavoro e la produttività.